Le banche acquistano sempre di più opere d’Arte
- arte, Rinaldo Ceccano
- Luglio 2, 2022
La passata stagione delle aste a Londra ha visto i record di battute a ritmo costante mentre i collezionisti raccoglievano arte contemporanea. A febbraio Sotheby’s ha totalizzato 67 milioni di euro in una sola serata. Poi a giugno il suo martelletto è caduto su altri 107 milioni di euro di opere d’arte e Damien Hirst è diventato l’artista vivente più costoso del mondo. Nel frattempo, Christie’s ha registrato 137 milioni di euro grazie a una spinta dalla vendita di pezzi contemporanei.
Negli ultimi anni l’arte contemporanea è diventata incandescente, con eventi come Art Basel e la Frieze Art Fair di Londra che hanno generato eventi satellite. Le città stanno permettendo che pezzi di installazione sempre più elaborati vengano mostrati in pubblico. Anche le corporazioni, come è noto, stanno prendendo piede. «Oggi quasi tutte le banche comprano arte contemporanea», dice Guido Guerzoni, docente di Management culturale all’Università Bocconi di Milano. “È la cosa bella da fare.”
Guerzoni stima che il 20 per cento delle acquisizioni siano effettuate da società di servizi finanziari: le fiere d’arte stesse non rilasciano cifre. Molte banche ora hanno curatori interni che organizzano mostre e tengono d’occhio gli artisti emergenti. Inoltre, le banche hanno aumentato i loro profili di sponsorizzazione presso musei e grandi eventi culturali come la Biennale di Venezia.
Le società finanziarie che collezionano arte non sono una novità. Negli anni ’60, il banchiere e filantropo statunitense David Rockefeller ha intrapreso una campagna di acquisizioni quando era alla Chase Manhattan Bank. Ciò che è cambiato, tuttavia, è il modo in cui l’arte viene utilizzata per comunicare con il pubblico e, in particolare, con i clienti esistenti o potenziali.
“Prima avevi un direttore di banca che raccoglieva per sé, o si comprava una scultura per decorare l’atrio”, dice Guerzoni. “Ora si tratta di creare una presenza nel mondo dell’arte. È una strategia di marketing, perché le banche vogliono essere viste come al passo con i tempi”.
Il World Wealth Report 2007 di Merrill Lynch e Capgemini stima che il 20 per cento degli individui con un patrimonio netto elevato – quelli con almeno un milione di dollari in attività – siano interessati a collezionare. Le banche percepiscono un’opportunità.
Prendi la banca svizzera BSI (Banca della Svizzera Italiana). Nel 2000 ha deciso di riposizionarsi nella mente dei clienti creando una collezione d’arte da zero. Ha chiesto all’artista concettuale francese Daniel Buren e ad altre figure riconosciute della scena artistica degli anni ’60 di creare installazioni e dipinti murali in corridoi e sale riunioni, trasformando la sua sede di Lugano in uno spazio espositivo.
Rinaldo Ceccano