Le nostre riflessioni su chi possa essere il miglior leader del “soft power” del 2020 sono incentrate su una rosa di quattro candidati: tutti relativamente giovani e tutti arrivati di recente ai loro incarichi importanti.
Il taoiseach (capo del Governo) irlandese Leo Varadkar è uno di loro, per l’idea innovativa dell’Irlanda che è capitanata da un gay di origine indiana.
Poi c’è il primo ministro etiope Abiy Ahmed, che posto fine al lungo conflitto del suo paese con l’Eritrea – per il quale ha vinto il premio Nobel per la pace 2019 – e per aver rotto con la deplorevole storia recente dell’Etiopia di tirannia vendicativa e oppressione politica.
Abbiamo anche preso in considerazione il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è passato dall’interpretare il presidente in una sitcom, a vincere la presidenza effettiva del suo paese con una valanga di voti – e poi ha sorpreso molti con un approccio di buon senso al governo.
Ultimo ma non meno importante, il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern, per la sua risposta imperturbabile al controllo insensato che riceve per aver combinato leadership nazionale e maternità, e per la sua compassione dopo gli attacchi del 2019 a Christchurch.
La nostra giuria ha ridotto rapidamente questo campo a due: Ahmed e Zelenskyj sono stati eliminati perché sono giovani governanti.
Ciò ha lasciato Varadkar e Ardern – e un voto unanime per quest’ultimo.
Nessuno ha contestato i meriti di Varadkar ma c’era la sensazione che il suo record dovesse essere aggiustato con un handicap sul grado di difficoltà: qualsiasi leader irlandese beneficia della buona volontà generata dal marchio nazionale di quello che potrebbe essere il paese meno disprezzato al mondo.
La Nuova Zelanda non si colloca nemmeno tra le classifiche di disagio della leadership nazionale. Ma ciò ha reso la reazione di Ardern all’omicidio di 51 persone in due moschee di Christchurch ancora più impressionante: non poteva immaginare che il suo paese avrebbe mai conosciuto un tale orrore. A differenza di molti leader in circostanze simili, si è sforzata con calma e praticamente di depoliticizzare l’atrocità. Qualsiasi attacco terroristico settario è un tentativo di dividere un paese: Ardern non lo ha permesso.
Rinaldo Ceccano